La nuova normativa italiana stabilisce l’obbligo di assicurazione per le imprese, a copertura dei rischi derivanti da catastrofi naturali, come: terremoti, alluvioni, frane, inondazioni ed esondazioni. È importante sottolineare che la norma non prevede una dichiarazione ufficiale di stato di calamità per l’attivazione delle coperture.
I beni assicurabili secondo la normativa comprendono immobilizzazioni materiali, tra cui: terreni, fabbricati, impianti e macchinari, nonché attrezzature industriali e commerciali. Viene però esplicitata l’esclusione degli attivi circolanti dall’ambito della copertura. Le condizioni contrattuali prevedono che il premio assicurativo dovrà essere calcolato in proporzione al rischio, inoltre è prevista la possibilità di applicare una franchigia che può raggiungere fino al 15% del danno. Da notare l’importante ruolo di Sace, che funge da riassicuratore con la capacità di coprire fino al 50% degli indennizzi, con un impegno massimo di 5 miliardi di Euro annui nel triennio 2024-2026, supportato da una garanzia statale esplicita e irrevocabile.
La responsabilità per l’attuazione concreta di questa misura è affidata al Ministero dell’Economia e al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, incaricati di formulare i decreti attuativi necessari, in collaborazione con l’IVASS – l’Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni. L’obiettivo è di fornire alle imprese un periodo di tempo congruo per compiere gli adeguamenti, garantendo al contempo la massima efficienza e trasparenza nel processo di implementazione della normativa.
Per le imprese che non adempiono all’obbligo, è prevista una sanzione costituita dall’esclusione da contributi, sovvenzioni, agevolazioni, inclusi quelli legati ad eventi catastrofali.