La regolamentazione della professione dell’influencer rappresenta un passo fondamentale nell’adeguamento delle leggi alla realtà del marketing digitale. Mentre il dibattito prosegue, una cosa è certa: la presenza degli influencer sul mercato è qui per restare, e con essa l’esigenza di un quadro normativo adeguato.
Le linee guida di AGCOM
La recente attenzione dell’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (AGCOM) in Italia verso la professione dell’influencer ha portato all’approvazione unanime di nuove linee guida per regolamentare l’attività dei professionisti digitali. Queste misure si concentrano sul rispetto delle disposizioni del Testo Unico sui servizi di media audiovisivi da parte degli influencer, specialmente quelli con un ampio seguito e un alto tasso di engagement.
Le nuove regolamentazioni si inseriscono in un contesto più ampio di evoluzione della “creator economy”, in cui la figura dell’influencer sta assumendo un ruolo sempre più rilevante e influente nella società e nel mercato. Questa iniziativa di AGCOM è in linea con tendenze simili osservate in altri paesi dell’Unione Europea, come la Francia, dove sono state adottate leggi specifiche per regolare l’attività online degli influencer.
L’intento delle linee guida è quello di garantire trasparenza, proteggere i consumatori, in particolare i minori, e fornire un quadro normativo chiaro per gli influencer e le aziende che collaborano con loro. Tuttavia, nonostante l’obiettivo di evitare oneri burocratici non necessari, le nuove regole pongono diverse sfide e implicazioni per gli influencer, le aziende e le piattaforme di social media coinvolte.
Disegno di Legge Ferragni: nuovi obblighi per la beneficenza nel commercio
Il Disegno di Legge (DdL) Ferragni, in discussione dal Consiglio dei Ministri lo scorso Giovedì 25 Gennaio, introduce nuove regole per garantire trasparenza e affidabilità nelle iniziative di beneficenza legate alla vendita di prodotti. Questo intervento normativo si fa promotore di una maggiore chiarezza in seguito alla controversia legata alla raccolta fondi per l’ospedale Regina Margherita di Torino, associata alla figura di Chiara Ferragni.
Il DdL stabilisce che le confezioni dei prodotti venduti per beneficenza debbano chiaramente indicare il destinatario dei fondi, la finalità della campagna, l’importo o la percentuale del ricavato che sarà donato, e i tempi di versamento delle somme raccolte. Queste informazioni dovranno essere comunicate anche all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM).
Le violazioni di questi obblighi comportano sanzioni amministrative che variano da 5.000 a 50.000 Euro. L’AGCM avrà il compito di pubblicare le sanzioni sul proprio sito e su quello dei soggetti sanzionati, fornendo così una maggiore trasparenza ai consumatori.
Tuttavia, il DdL solleva alcune questioni, soprattutto in relazione agli enti del Terzo settore già soggetti a rigidi obblighi di trasparenza. Vi è il rischio di duplicazione di adempimenti per queste entità. Inoltre, il Ddl non sembra considerare la dimensione dell’ente erogante o l’ambito operativo della raccolta, potenzialmente imponendo oneri eccessivi a piccoli produttori locali.